venerdì 28 settembre 2012

Generare elettricità a partire dal battito cardiaco


Generare elettricità a partire dal battito cardiaco: non è una trovata fantascientifica ma la nuova frontiera dell’innovazione.
Dopo la Solar ora c’è la Power Shirt - L’idea proviene dal Georgia Institut

e of Technology dove un gruppo di ricercatori avrebbe messo a punto il prototipo della Power Shirt.

Tale progetto prefigurerebbe la possibilità di indossare questa speciale maglietta in grado di convertire in elettricità l’energia ricavata dal battito cardiaco.
L’energia elettrica così prodotta potrebbe consentire di alimentare piccoli dispositivi elettronici portatili, come cellulari o lettori di musica digitale.


I micro generatori inseriti nella Power Shirt sarebbero in grado di sfruttare l’energia proveniente dai movimenti del corpo, perfino dal ritmico battere del nostro cuore.

Dopo un’altra incredibile maglietta alimentata tramite la luce solare, la Power Shirt rappresenterebbe un ottimo prodotto da inserire sul mercato per tagliare sui consumi legati all’uso quotidiano di apparecchi divenuti ormai inseparabili per le nostre esigenze.

lunedì 10 settembre 2012

Spionaggio satellitare con localizzazione geografica


1: Offender porta tracker su nastro, con connessione wireless a tag caviglia.
2: dispositivo di Cintura tracce propria posizione utilizzando i segnali satellitari GPS.
3: Posizione dati trasferiti dal dispositivo a nastro alla rete telefonica.
4: I dati inviati al centro di controllo, che può essere specificamente avvisati se colpevole entra nella zona di esclusione o rompe altre condizioni. Frequenza degli allarmi radio inviato anche se tracker e tag caviglia sono separati.
5: la posizione è mostrata come Offender Percorsi posizione sulla mappa del computer.

Intercettazioni ambientali o spionaggio K . A .


venerdì 7 settembre 2012

Condannato a 14 anni il generale Ganzer dei ROS


Condannato a 14 anni il generale Ganzer dei ROS

Condannato a 14 anni il generale Ganzer dei ROSIl Comandante Generale dell'Arma dei Carabinieri Leonardo Gallitelli conferma la piena fiducia al generale del Ros Giampaolo ganzer, ieri condannato a 14 anni di carcere per irregolerità in operazioni antidroga. "Nel rispetto della sentenza" si legge in un comunicato uscito ieri a tarda sera, Gallitelli "è fiducioso nel favorevole esito dei prossimi gradi di giudizio e conferma la piena affidabilità del Generale Giampaolo Ganzer e del ROS".
Condanna pesante per il comandante dei Ros Giampaolo Ganzer il quale, tra le altre cose, era stato tirato in ballo per un carico di kalashnikov e droga sbarcato a Ravenna a inizio anni ’90. Per il generale, il processo in primo grado a Milano è finito con 14 anni di reclusione per avere guidato “un gruppo dedito alla commissione di una serie indeterminata di illecite importazioni, detenzioni e cessioni di ingenti quantitativi di droga”. Per quella che è stata definita come una “banda in divisa”, Ganzer dovrà pagare anche 65 mila euro di multa euro.
L’ufficiale, che da trent’anni è uomo dell’Arma e delle istituzioni, che ha indagato contro il terrorismo e contro il crimine organizzato, a un certo punto della sua professione, per “carriera, visibilità, prestigio”, avrebbe forzato le norme della legge, trasformando la caccia ai narcos in una partita dove tutto era lecito e dove in nome del risultato si potevano importare, raffinare, vendere chili e chili di droga, destinati a perdersi nel mercato sotterraneo gestito dai clan.
Altri 7 anni e 10 mesi sono stati invece inflitti ad un secondo generale, Mauro Obinu, anche lui ai vertici dei Ros prima di entrare nell’Aise. E condanne non meno pesanti sono andate ad altri 11 tra ex ufficiali e attuali ufficiali dell’Arma, condannati a pene da un anno e mezzo fino a 18 anni, pena inflitta a Bouchaaya, il cosiddetto “confidente trafficante”.
Quattro sono invece le assoluzioni concesse a tre presunti trafficanti e ad un carabinieri. Dopo quasi cinque anni di processo, 12 udienze di requisitoria e anni di indagini e di trasferimenti del fascicolo per mezza Italia, arriva dunque al termine uno dei procedimenti tra i più delicati degli ultimi tempi. Un procedimento nato a Brescia, poi trasferito per competenza a Milano, da qui spostato a Bologna (a causa dell’episodio ravennate) e alla fine, per decisione della Cassazione, approdato definitivamente a Milano nel 2001, quando ormai i termini erano scaduti e bisognava stringere il cerchio velocemente. Ed è proprio la prescrizione ad avere limato le condanne per molti degli imputati, Ganzer compreso, e avere fatto tirare una riga, ad esempio, su un brutto episodio di cessione di armi. Un carico della nave Bisanzio giunta Ravenna da Beirut nel dicembre 1993 che, oltre a migliaia di chili di stupefacente, contava 119 kalashnikov, due lanciamissili, quattro missili e numerose munizioni, ceduti nel maggio 1994 ad alcuni ’ndranghetisti poi immeditamente arrestati, senza però che si ritrovassero i soldi pagati.